BIM: una grande opportunità per le piccole aziende
06/12/2019L’ingegnere per l'edilizia in legno Philipp Zumbrunnen dubita che la trasformazione possa realizzarsi solo forzando il processo. Conosce entrambi i mercati. E raccomanda in particolare alle piccole imprese di cogliere l’occasione.
Oltre al BIM, Eurban Limited offre anche il FIM: Fabrication Information Modeling. Che cosa significa e perché distingue i due concetti, Signor Zumbrunnen?
Il FIM evidenzia l’importanza del legame col processo di produzione. Perché spesso gli attuali modelli 3D non sono sufficientemente precisi e nella maggior parte dei casi non offrono nemmeno le informazioni necessarie. Nella pratica si vede che le diverse denominazioni e i loro significati non sono sempre chiari e identici per tutti i soggetti coinvolti. È uno dei problemi che dobbiamo risolvere.
Se diamo un’occhiata ai Suoi immobili di riferimento, quali definirebbe particolari o straordinari per quanto riguarda l’utilizzo del BIM?
Prima di tutto senza dubbio lo studentato «Crome Court» di Norwich. È stato il nostro primo progetto BIM di 2° livello e ci ha mostrato come azienda le possibilità che può offrire il BIM. Poi il complesso residenziale «Highpoint Terrace» di Londra: questo progetto ci ha fatto compiere progressi enormi ed è stato possibile implementarlo con successo solo grazie all’elevato livello di digitalizzazione.
C’è anche un progetto in Svizzera?
Purtroppo non ancora, ma ci piacerebbe utilizzare e condividere le nostre conoscenze anche qui.
Ha un ufficio a Londra e uno in Svizzera, a Frauenfeld. Cosa distingue i due luoghi di costruzione per quanto riguarda l’utilizzo del BIM? Vi sono caratteristiche comuni?
Credo che a Londra si costruisca già di più con il BIM, dal momento che questo sistema è già richiesto è promosso dallo Stato da più tempo. Tuttavia non significa che venga utilizzato meglio. Sicuramente le esigenze di aumento della produttività sono molto simili dati i prezzi elevati e la carenza di manodopera specializzata.
Una differenza è costituita dalla regolamentazione. A partire dal 2021 è previsto l’obbligo di utilizzo del BIM per gli edifici pubblici. In Inghilterra è pratica diffusa già dal 2018. Da questo punto di vista, la Gran Bretagna ha un ruolo pionieristico in Europa. A Suo avviso, da cosa dipende?
Sicuramente il fattore principale è quello di puntare all’aumento della produttività per poter costruire più edifici con costi più bassi. Nei prossimi anni lo Stato dovrà costruire e modernizzare migliaia di unità abitative e infrastrutture. Tuttavia questo è possibile solo se si aumenta la produttività. Inoltre adottando questo sistema si auspica di ridurre i costi di gestione. In altre parole, il maggiore fattore trainante è costituito dai costi o, per meglio dire, dal loro abbassamento.
Quindi lei conosce il lavoro prima e dopo la regolamentazione. In Inghilterra l’edilizia è cambiata in seguito all’introduzione di questa normativa?
Sicuramente è stata utile per mettere il tema del BIM maggiormente al centro dell’attenzione e spingere le imprese ad adottarlo. D’altra parte l’edilizia continua a essere molto conservatrice e tradizionale, pertanto i cambiamenti richiedono molto tempo.
A questo proposito Le pongo una domanda basilare: secondo Lei, è necessario che il BIM sia soggetto a regolamentazione statale? Si può forzare la trasformazione?
Il fatto che lo Stato ponga le basi e porti avanti la standardizzazione è positivo, ma l’implementazione deve venire dalle imprese. Solo così può concretizzarsi la trasformazione. La digitalizzazione dell’edilizia è un cambio di mentalità, non consiste semplicemente nell’utilizzare un software. Solo le imprese che desiderano una trasformazione e si impegnano in questa direzione la realizzeranno anche nella pratica.
Quali sono le Sue prospettive di progetti esemplari per quanto riguarda l’utilizzo del BIM?
Non ho in mente alcun progetto speciale. Ritengo che un progetto BIM di successo serva semplicemente a consentire una buona collaborazione e raggiungere il giusto livello di digitalizzazione. In altre parole: nella misura necessaria e non facendo più di quanto possibile.
A che punto si collocano oggi il settore dell’edilizia in legno e, in particolare, le carpenterie?
Il settore del legno è già molto avanzato per quanto riguarda la digitalizzazione. Tuttavia tanti continuano a considerare questo progresso in modo molto scettico. Digitalizzare non significa che dovremo tutti andare in cantiere con tablet, visori per la realtà mista o altre tecnologie indossabili. Per molti anche in questo caso si dovrà procedere nella misura necessaria, e non facendo più di quanto possibile. La tecnologia dovrebbe supportare i processi lavorativi, e non ostacolarli. Ciascuna azienda dovrà implementare la digitalizzazione scegliendo il ritmo più adatto. Non serve a niente dire semplicemente: «Siamo un’impresa digitalizzata», se i collaboratori non mettono in pratica e non vivono in prima persona la digitalizzazione. Se implementata nel modo giusto, questa può costituire un’opportunità enorme in particolare per le imprese più piccole, poiché improvvisamente consente loro di poter gestire incarichi molto più grandi.
eurban.co.uk/project/uea-resi
eurban.co.uk/project/highpoint-terrace

Philipp Zumbrunnen,
Eurban Limited
Philipp Zumbrunnen è ingegnere per l'edilizia in legno e vanta oltre vent’anni di esperienza nell’industria del legno in Europa e oltremare. In quanto direttore di Eurban Limited, con studi a Londra e Frauenfeld, è responsabile di tutte le questioni progettuali e tecniche, e dirige un team di 30 ingegneri, costruttori e responsabili di progetto. Dopo la formazione come carpentiere e caposquadra, nel 2007 ha terminato gli studi come ingegnere per l'edilizia in legno presso la Scuola universitaria professionale di Berna. Poco dopo ha iniziato a lavorare come responsabile di progetto presso Eurban Limited a Londra.
BIM BOX
Cosa vuol dire per Lei BIM?
La denominazione ufficiale è Building Information Modeling. Ma nella nostra azienda, BIM significa «Better Information Management», perché a nostro avviso è ben più di un modello 3D.
Quando ha avuto a che fare la prima volta con il BIM?
Abbiamo elaborato il nostro primo vero progetto BIM nel 2013. Fino ad allora non sapevo veramente che cosa significasse nel concreto. Questo progetto però mi ha mostrato in modo relativamente rapido le possibilità che il BIM offriva alla nostra azienda.
Diamo un’occhiata al prossimo futuro: BIM 2030. Come se lo immagina in quel frangente il settore edilizio?
L’edilizia digitalizzata ci consentirà di contare su processi più efficienti in fase di progettazione e applicazione. Potremo così ridurre anche il consumo di energia e materiale nel settore dell’edilizia, costruendo pertanto in modo più sostenibile. Inoltre, il settore edile tornerà a essere più interessante anche per i giovani. Otterremo così approcci risolutivi completamente nuovi, un fattore necessario anche per affrontare le prossime sfide. Tuttavia, la digitalizzazione avrà davvero successo solo se la coniugheremo con le nostre conoscenze e competenze artigianali.