Facciate prive di sostanze nocive
26/11/2021Impiegando gli adeguati tipi di legno nonché le dovute misure costruttive preventive e intervenendo regolarmente sul piano manutentivo, la longevità di una facciata in legno può essere garantita anche senza l’uso di prodotti ausiliari dannosi.
Uno dei principali punti di forza con cui vengono pubblicizzate le facciate in legno – lasciando da parte il fattore estetico – è il loro buon bilancio ecologico. Di fatto, però, il bilancio può portare a esiti molto diversi. Uno degli elementi chiave è rappresentato dalla durabilità della facciata: per garantirla occorre scegliere la varietà di legno e il tipo di taglio giusti, adottare misure costruttive preventive, assicurare una protezione fisica (tra cui diversi trattamenti) e/o chimica del legno nonché effettuare regolari interventi di controllo e manutenzione. Tuttavia, nel bilancio ecologico rientrano anche l’energia grigia, lo smantellamento, lo smaltimento e l’eventuale recupero della facciata nonché l’impatto inquinante delle sostanze nocive (biocidi, solventi).
I biocidi sono quasi sempre evitabili
Benché numerosi edifici storici diano prova della considerevole durabilità di cui possono godere le facciate in legno non trattato, molte di esse vengono rifinite attraverso l’uso di biocidi. Queste sostanze sono efficaci contro i funghi e gli insetti che degradano il legno e contro gli organismi responsabili delle alterazioni del colore, ma con il tempo le precipitazioni e il logoramento li disperdono nel suolo e nelle acque, dove continuano a esercitare i loro effetti tossici per l’ambiente. In aggiunta, una volta smantellati, i legni trattai con biocidi non possono più essere riutilizzati come materia prima (ad es. per pannelli di truciolato). Con le giuste varietà di legno e le misure costruttive preventive adeguate, nella stragrande maggioranza dei casi l’impiego di biocidi può essere evitato. È di fondamentale importanza che la facciata goda di una rapida asciugatura e che si trovino soluzioni valide e specifiche per i punti critici. Il deterioramento causato da microrganismi ha luogo solo in presenza di un livello di umidità del legno costantemente elevato, superiore al 20 percento. Come protezione dai fattori meteorologici e dalle alterazioni cromatiche, il legno da costruzione può essere trattato con vari prodotti privi di biocidi (sostanze per la protezione dai fenomeni atmosferici, il trattamento e la vetrificazione del legno). Tali agenti proteggono il legno preservandone le caratteristiche fisiche e meccaniche e non contengono principi attivi biocidi. Tuttavia, proprio in quanto a sistemi «multifunzionali», spesso non risulta chiaro se il contenuto contempli anche la presenza di biocidi. È opportuno leggere con attenzione: i prodotti privi di principi attivi biocidi sono contraddistinti dalla dicitura «senza biocidi».
Le nanoparticelle «migrano» nell’ambiente
Alcuni prodotti sono inoltre dotati di filtri UV di dimensioni nanometriche (ad es. biossido di titanio, ossido di zinco) o di nanobiocidi inorganici (ad es. argento). In seguito alla degradazione meteorica delle vernici, una certa quantità di particelle va a finire nell’ambiente, con conseguenze ancora in gran parte ignote. La tossicità ambientale dell’argento è però ben documentata: già in concentrazioni molto basse, questo metallo pesante esercita un effetto tossico su pesci e gamberi, alghe e altre piante acquatiche. Anche i batteri del suolo sono altamente sensibili.
Un altro aspetto problematico è rappresentato anche dai solventi organici presenti nelle vernici di fondo, negli smalti e nelle vernici per velatura: molti di questi prodotti possono disperdersi nell’aria sotto forma di composti organici volatili (COV). I COV sono inquinanti precursori responsabili della formazione di ozono e contribuiscono all’aumento dell’effetto serra. Tra le alternative si trovano le vernici ad acqua (acrilico) e i sistemi derivati da oli vegetali.
Protezione del legno fisica anziché chimica
In alternativa alla protezione chimica, sono stati sviluppati diversi metodi di trasformazione del legno (si veda intervista). Il trattamento termico, l’acetilazione, la furfurilazione o la mineralizzazione consentono di mantenere costantemente basso il tasso d’umidità del legno e di prevenire l’infestazione da parte di organismi che ne causano il deterioramento. Tuttavia, le lunghe distanze di trasporto (ad es., per il legno di pino di Monterey acetilato) e gli alti costi energetici (legno termotrattato) possono riflettersi negativamente sul bilancio ecologico. Va anche considerato che né l’acetilazione né il trattamento termico possono impedire il naturale ingrigimento. Pertanto, su richiesta dei committenti, spesso il legno viene sottoposto a trattamenti aggiuntivi con vernici o velature ad effetto preingrigente. Sul mercato si trovano anche prodotti in legno sottoposti a «preingrigimento naturale». Secondo questo procedimento, le tavole vengono ricoperte con colture di funghi ed esposte agli agenti atmosferici all’aria aperta. A seconda dell’orientamento della facciata, dell’altitudine e del clima, la tonalità di colore può variare negli anni, passando dal grigio al marrone o al nero. Su facciate non trattate, l’uniformità del colore del legno può essere ottenuta mediante una pulizia ad alta pressione ad acqua calda. In linea di massima, la manutenzione è indispensabile per tutti i tipi di facciate e dovrebbe essere predefinita attraverso un piano di manutenzione. Controlli e interventi di manutenzione periodici consentono di prolungare significativamente il ciclo di vita delle facciate in legno.

«Il nostro procedimento ha grande potenziale»
Signor Volkmer, la Scuola universitaria professionale di Berna ha sviluppato un procedimento capace di rallentare o addirittura impedire il processo di degradazione del legno. Esso prevede che la superficie venga delignificata in modo mirato e, successivamente, stabilizzata meccanicamente per sviluppare una protezione UV a base di cellulosa. Questa tecnica è già stata applicata a livello industriale?
Thomas Volkmer: No. Tuttavia, si tratta di un procedimento dal grande potenziale, in quanto estremamente semplice da attuare.
Nel Suo istituto è stato anche sviluppato un procedimento di mineralizzazione. Su quale idea si fonda?
L’idea risale a qualche anno fa. Volevamo migliorare le proprietà antifungine del legno senza ricorrere al trattamento con biocidi. Prendendo a modello il legno fossile per la sua estrema resistenza, ci siamo così messi alla ricerca di una soluzione che consentisse di abbreviare il processo di fossilizzazione, che si protrae per milioni di anni, mediante un procedimento tecnico. Secondo il nostro metodo, il legno viene impregnato con soluzioni minerali: in questo modo si innescano diverse reazioni chimiche che favoriscono la successiva formazione di cristalli a bassa solubilità all’interno della struttura del legno. Tale metodo conferisce al legno una maggiore resistenza ai funghi e alla luce. E siccome le materie minerali non bruciano, un eventuale incendio si propagherebbe meno velocemente.
I legni mineralizzati sono già disponibili sul mercato?
Abbiamo fatto testare il procedimento su legni locali e lo abbiamo fatto brevettare. È già pronto per il lancio sul mercato nel settore del parquet e la prima serie sarà lanciata l’anno prossimo. Ora stiamo testando la sua applicazione sulle facciate. I primi risultati provvisori hanno dimostrato che la mineralizzazione agisce anche sull’invecchiamento delle superfici in legno: le facciate in legno mineralizzato conservano un colore molto più chiaro rispetto a quelle non trattate.
Prodotti in legno ecocertificato
L’associazione ecobau certifica materiali ed elementi costruttivi in base a criteri ambientali e sanitari per agevolare i progettisti nella scelta dei prodotti. La classificazione prevede tre categorie: eco1, eco2 ed ecoBasis. I prodotti ecocertificati sono riconosciuti dai label per gli edifici Minergie-ECO e SNBS. I prodotti di classe ecoBasis non violano alcun criterio di esclusione di Minergie-ECO; i prodotti eco1 ed eco2 soddisfano ulteriori criteri, importanti per il bilancio generale, come ad esempio quelli relativi alla riconversione della facciata o all’esclusione di prodotti per la protezione del legno di origine chimica. Per le vernici, l’etichetta ambientale della Fondazione Svizzera Colore (categorie dalla A alla D) garantisce che non venga violato alcun criterio di esclusione di Minergie-ECO. ecobau.ch
Ulteriori informazioni:
Lignum mette a disposizione dei committenti e dei progettisti un sito web dedicato alle facciate in legno. In esso sono reperibili numerosi documenti normativi e informativi che descrivono le facciate in legno e come realizzarne il montaggio a regola d’arte. In aggiunta, sul sito si trovano anche le risposte alle domande più frequenti in ambito di protezione del legno e un elenco delle aziende e dei prodotti che portano il marchio di qualità Lignum per le casserature delle facciate in legno.
holzfassaden.lignum.ch