Il coraggio di recuperare e riciclare: ecco come funziona l’edilizia circolare
21/04/2020
Husner AG Holzbau con sede a Frick ha osato fare questo passo. Il direttore del progetto Hans Emmenegger e l’architetto Oliver Seidel mostrano sul sito di Lysbüchel a Basilea come funziona l’edilizia circolare. Un resoconto sulla perseveranza, le sfide e le visioni.

«Ecco, un attimo e ci siamo», dice Oliver Seidel dello studio di architettura In Situ. L’architetto rovista nella tasca della sua giacca e mostra poi un utensile che, nelle ultime settimane, gli è servito quasi quotidianamente: una maniglia da finestra universale, liscia e di colore bianco. Perché? «Abbiamo dovuto aprire di continuo le finestre» spiega Seidel. In piedi, nell’ingresso ben illuminato, inserisce la maniglia in una delle tante finestre impolverate senza maniglia.
Seidel la apre e davanti ai nostri occhi appare il pezzo forte del suo lavoro: un cortile a lucernario. Al pianterreno sono stati utilizzati materiali convenzionali come l’alluminio e il vetro. La particolarità di quest’opera architettonica è evidente al primo piano: la facciata è stata realizzata con tante finestre diverse. La stessa immagine si presenta anche sulla facciata principale lunga cento metri: una struttura in legno a telaio agganciata al lato anteriore in calcestruzzo, costellata di finestre piccole e grandi, a volte strette e alte, a volte larghe ed estese, a volte piccole e graziose, a volte con e a volte senza traversini. Nell’Elsässerstrasse 215, il sito di Lysbüchel a Basilea rappresenta un esempio di recupero e riciclo.
Sito di Lysbüchel: un quartiere in trasformazione
La zona di Lysbüchel, nota anche come VoltaNord, è in fase di cambiamento radicale. Nel 2018 a Basilea un referendum popolare ha approvato il progetto di trasformazione della zona commerciale e industriale di 11,6 ettari di grandezza. La visione della giunta comunale: creare un quartiere in cui coniugare l’abitare, il vivere e il lavorare. In cifre questo si traduce in 3000 posti di lavoro e abitazioni per 1900 persone.
Su questo sito fino al 2017 si trovava il centro di distribuzione di Coop: l’edificio nella Elsässerstrasse 215 fungeva da snodo di smistamento per i generi alimentari e le merci destinate alla Svizzera nord-occidentale. I progetti dell’Hochbauamt (Ufficio delle costruzioni) di Basilea prevedevano la trasformazione dell’ex sede Coop in un centro commerciale e culturale con una superficie lorda di 40 000 metri quadrati. Il fabbricato esistente, una costruzione massiccia di due piani degli anni Settanta, è stato separato durante i lavori di trasformazione dall’edificio adiacente e lo studio di architettura In Situ è stato incaricato della realizzazione di un nuovo involucro per la facciata ora aperta. Alla vista del volume del materiale di risulta presente sul sito, all’architetto Seidel è venuta l’idea di realizzare la nuova facciata con materiale di recupero. Niente di nuovo per
l’ufficio di architettura In Situ che, in questi anni, si è fatto un nome per quanto riguarda l’edilizia circolare. Ma finora neanche gli architetti di In Situ avevano ancora mai lavorato a un progetto di questa portata.
Le «cacciatrici di elementi costruttivi»: alla ricerca del materiale
Nel giro di breve tempo i responsabili del progetto hanno capito che il materiale di risulta sarebbe stato ben lungi dall’essere sufficiente: nemmeno l’ombra di legname da costruzione, mancanza di materiale isolante, finestre vecchie e soprattutto energeticamente non efficienti, contaminazione con l’amianto. Seidel ha soprannominato le due colleghe che si sono occupate della ricerca del materiale adatto alla facciata «cacciatrici di elementi costruttivi». Alla fine hanno trovato quello che cercavano – presso imprese di demolizione, da rigattieri, su Ricardo o Tutti, così come presso aziende situate nel raggio di 100 chilometri dal cantiere.
L’azienda Husner Holzbau AG di Frick (AG) si è aggiudicata l’appalto per la struttura in legno. Quando il responsabile del progetto, Hans Emmenegger, ripensa al periodo della progettazione e della realizzazione tra gennaio e agosto dell’anno scorso, c’è un particolare che gli è rimasto impresso nella memoria: «Spesso è stato necessario prendere decisioni su due piedi.» Non facile quando si è abituati a progettare tutto nel dettaglio e a lavorare con precisione. Ma comunque possibile. «Ogni singolo materiale di recupero presenta sfide diverse e inconsuete rispetto al materiale nuovo», osserva il 37enne. Ecco perché è importante pensare al futuro quando si procede allo smontaggio del materiale. «Abbiamo dovuto anche affrontare un certo scetticismo» ammette il maestro carpentiere. «Per esempio, in termini di isolamento termico, protezione antincendio e protezione anticaduta.» Tra le sfide principali, Emmenegger include la progettazione e l’approvvigionamento di materiali di risulta ed elementi costruttivi di recupero. Come si affronta tutto questo durante il processo di progettazione e costruzione?

Con la raccolta di 200 finestre in tutta la Svizzera nord-occidentale
La ricerca di finestre di recupero ha richiesto molto tempo. Alla fine, si è scoperto che la qualità energetica richiesta non poteva essere raggiunta con materiale proveniente esclusivamente da progetti di smontaggio di edifici. Le 200 finestre, provenienti principalmente da produttori di finestre e falegnamerie della Svizzera nord-occidentale, erano rimanenze di progettazioni sbagliate, presentavano difetti o erano state recuperate durante operazioni di smontaggio. Insomma, finestre che sarebbero state prima o poi portate ai centri di raccolta per lo smaltimento. Cosa hanno ora tutte in comune? Praticamente sono come nuove e dotate di triplo vetro. Come prima cosa, si è proceduto alla misurazione esatta delle dimensioni delle finestre. Emmenegger aveva bisogno dei dati per progettare le dimensioni delle aperture nella facciata. Le finestre di recupero sono state trasportate allo stabilimento di Husner AG Holzbau, dove sono state sottoposte a un controllo visivo, riparate se necessario e suddivise per gruppo di montaggio e, successivamente, montate negli elementi costruttivi in legno.
Il legname: una combinazione di vecchio e nuovo
Quando ha bisogno di legname da costruzione, il maestro carpentiere Emmenegger è solito preparare un elenco, oppure invia al rivenditore il modello 3D e si fa consegnare il legname delle dimensioni precise «just in time». Per il cantiere di Lysbüchel, le cose sono andate un po’ diversamente. Prima di tutto si è dovuto procedere alla ricerca degli immobili demoliti adatti e alla trattativa con i proprietari del materiale da costruzione di recupero. «Più grandi sono le sezioni trasversali e le lunghezze, meglio è», spiega Emmenegger. Dopo lo smontaggio del materiale nel modo meno distruttivo possibile, il passo successivo è stato il trasporto allo stabilimento di lavorazione. Qui le travi sono state pulite e liberate da corpi estranei. Il legname di recupero è stato poi segato in lamelle nella segheria, piallato, incollato e lavorato fino alla sezione finale. Una volta riportato in fabbrica, si è poi proceduto all’ulteriore lavorazione per ottenere gli elementi per la costruzione. Resta tuttavia un piccolo neo: solo il 40% del legname da costruzione proviene effettivamente da smontaggi eseguiti a Basilea, principalmente si tratta di travi e arcarecci. Il restante 60% è legname nuovo, sempre e comunque proveniente da foreste svizzere.
Le lamiere di facciata: urban mining all’interno del sito
Duemila metri quadrati di lamiera trapezoidale ricoprono la facciata. Si tratta di materiale di risulta, proveniente in parte dall’edificio preesistente e, in parte, dal vicino ex deposito di vini. Dopo un attento smontaggio, l’entità esatta è stata definita con la creazione di una distinta parti. Emmenegger ha progettato la sottostruttura in base alle dimensioni della lamiera. È stato necessario chiarire i dettagli di collegamento e terminazione con lamiere di nuova produzione, l’utilizzo dei vecchi fori negli elementi di collegamento e lo scolorimento dovuto alle sovrapposizioni con le lamiere precedenti. In cantiere, le lamiere sono state tagliate e assemblate per il loro nuovo impiego. Anche le griglie del pavimento dell’ex panificio Coop sono state riutilizzate, trasformandole in ringhiere per parapetti.
Il materiale isolante: un container pieno di residui di lana di roccia
La struttura in legno è isolata con lana di roccia spessa 30 centimetri e pannelli in fibra di legno di sei centimetri di spessore. La rimanente lana di roccia arriva direttamente dallo stabilimento del produttore Flumroc. L’azienda raccoglie i resti e, generalmente, li fonde per la successiva lavorazione. Per il progetto di Lysbüchel, questo ultimo passaggio è stato evitato. «150 metri cubi di materiale isolante sono una quantità enorme», rimarca l’architetto Seidel. Nello stabilimento di Husner AG Holzbau c’erano quattro container pieni di resti di lana di roccia che sono stati inseriti pezzo per pezzo nell’elemento in legno, cercando di evitare il più possibile la creazione di bolle d’aria. Le cavità sono state riempite con granulato di lana di roccia.
L’inizio di una vivace scena culturale
A metà del 2020, i lavori alla costruzione di base nella Elsässerstrasse 215 dovrebbe essere completati. Da quel momento in poi, la vita culturale può e deve fiorire in questa zona, oltre naturalmente alle attività commerciali. Il gestore di un club è interessato ai due piani interrati. Il piano terra, con 2500 metri quadrati, è ideale per eventi, fiere o feste private. Al primo piano, la Boulderhalle Basel, una palestra di arrampicata di 1500 metri quadrati, è in costruzione direttamente accanto al nuovo doppio palazzetto dello sport realizzato per la vicina scuola. Altri uffici e unità commerciali al primo piano sono separati fra loro da pareti in pietra calcarea, i pavimenti sono in fase di rifinitura e i servizi igienici sono già installati.
Seidel chiude la finestra e rimette la maniglia nella tasca della giacca. Ne avrà ancora bisogno per qualche altra settimana. Con gli interventi di finitura a opera dei locatari a metà dell’anno, tutte le finestre saranno dotate di maniglie proprie.
insitu.ch
Sito di Lysbüchel
Progetto: trasformazione Gewerbe- und
Kulturhaus (Casa della cultura e del commercio), Basilea
Particolarità: facciata realizzata con materiale di risulta e riciclaggio
Anno di costruzione dell’immobile preesistente: anni Settanta
Trasformazione: 2018 – 2020
Committente: Dipartimento di costruzione e trasporti del Cantone di Basilea Città, Ufficio delle costruzioni di Basilea
Architetto: studio di architettura In Situ AG, Basilea
Struttura in legno: Husner AG Holzbau, Frick (AG)
Studio tecnico di ingegneria per l’edilizia in legno: Erne AG Holzbau, Laufenburg (AG)
Costi di realizzazione della struttura in legno: CHF 660 000.– per facciate, varco e cortile interno
Superficie facciata: 1017 m2
Quantità di legname: 25 m3 legname di recupero, 45 m3 legno di abete svizzero (nuovo)

Husner AG Holzbau
Husner AG Holzbau è un’impresa edile svizzera con sede a Frick (AG),
Basilea e Zurigo. Tra le sue competenze: carpenteria, costruzione di elementi in legno e realizzazione di facciate. In qualità di fornitore di servizi completi, realizza tutti gli edifici con strutture in legno. Husner AG Holzbau dà occupazione a circa 70 collaboratori, di cui dieci sono apprendisti, e fa parte del gruppo Erne. Fondata nel 1948, l’azienda è membro di Holzbau Schweiz, Holzbau Plus e Holzbau Vital.
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