Raro gioiello del Parco naturale
14/09/2021Effettivamente, la Pensiun Laresch di Marianne Peyer e Lukas Hug avrebbe potuto accogliere sin dall’inizio ancora più ospiti di quanti le consentissero gli spazi offerti dalle sue sei camere doppie e dalla Lodge Suite. Fin dalla sua apertura risalente a sei anni fa, la Berglodge e la sua ampia vista panoramica sul Parco naturale del Beverin hanno riscontrato un enorme successo. A Mathon, sul Plan da Crusch, dove lo Schamserberg è baciato dal sole e i pascoli sono immersi in una cornice di larici, i due padroni di casa hanno realizzato il sogno comune di condurre una propria pensione per ospiti. «Nella Berglodge le stanze sono andate spesso esaurite, così ci siamo messi d’impegno e abbiamo riflettuto su come poter ampliare la nostra struttura», racconta Hug. Costruire vicino un piccolo hotel? Un fabbricato attiguo? «Soluzioni che non erano alla nostra portata e che, in ogni caso, non ci convincevano. Semplicemente non sarebbero state in linea con la casa», afferma Peyer. Inoltre, l’ampliamento avrebbe dovuto essere sostenibile dal punto di vista finanziario. Allora perché non una Tiny House? «Questo tipo di costruzione ha catturato la nostra attenzione. Abbiamo pensato che adattare architettonicamente una di quelle casette alla già esistente Laresch sarebbe stata per noi una buona soluzione.» Ed è così che siamo partiti alla ricerca del progetto ideale.

Legno, argilla, pietra, lana di pecora
Il concetto di tiny house – ovvero disporre di tutto il necessario per vivere concentrato nel minor spazio possibile – ha guadagnato negli ultimi anni una sempre crescente popolarità. L’idea assomiglia a quella degli altrettanto sempre più richiesti alloggi glamping. Un modulo abitativo di questo genere era stato lanciato nel 2015 presso il Campadi Trun, nella Surselva. Il progetto per «La Cauma» (romancio per «Il luogo di riposo») è stato elaborato da Thomas Furter, architetto attivo nella vicina Zignau e nella zona di Zurigo. Il Promovimento economico regionale voleva che il bungalow in legno venisse prodotto in serie insieme alla falegnameria locale Tarcisi Maissen SA. L’idea non è arrivata così lontana, ma ha dato vita alle casette di «La Cauma». «Poi mi sono imbattuto in questo progetto», prosegue Hug. A Mathon, a circa 1500 m di altitudine, il progetto avrebbe finalmente trovato terreno fertile per la sua prima realizzazione: il semplice cubo si è trasformato in una tiny house di 22 metri quadrati distribuiti su due piani, dalla forma appositamente progettata per abbinarsi perfettamente alla Pensiun Laresch e dare l’impressione di costituire insieme ad essa un’unica struttura pur restando un’unità abitativa a sé. «Ciò che ci ha portati a scegliere Thomas Furter è stato il suo stile costruttivo», aggiunge Hug. Legno di provenienza regionale, argilla, pietra e lana di pecora come isolante: ecco gli elementi principali che compongono la Cauma Laresch. «Esclusivamente materiali sostenibili», ci tiene a precisare il committente. «Gli unici a non esserlo sono ovviamente gli impianti sanitari ed elettrici. Ma tutto il resto proviene dalla natura e può teoricamente ritornarci.»
Collegamento alla Berglodge
Per quanto riguarda il sistema fognario e gli impianti idrico ed elettrico, la Tiny House è collegata alla Berglodge. Il fabbisogno energetico viene prodotto presso la pensione principale sfruttando delle sonde sotterranee e un impianto fotovoltaico. Cucina, toilette, doccia, camera da letto e terrazza con vista sulle montagne – un vero e proprio gioiello che offre tutto ciò che si può desiderare per una vacanza a due. Ma anche a tre: in caso di famiglie con bambino, il posto per un divano letto non manca! E non c’è da stupirsi se già durante la sua prima estate, la Tiny House è stata invasa di richieste e le prenotazioni sono rimaste esaurite per mesi. Inoltre, l’attenzione dedicata dai media alla casetta e l’aver trattato da parte loro l’argomento in maniera soddisfacente non ha fatto altro che destare ulteriore interesse. «La parola chiave ‘tiny house’ continua ad essere molto attuale», come sostiene Hug, ridendo. «Se al suo posto, la chiamassimo
‘casettina’, non credo che attirerebbe così tanta attenzione. Al contrario, la denominazione ‘tiny house’, unita alla sua particolare architettura e alla bellezza dei materiali, è di massimo impatto.»
Una passione per il legno lunare
La Cauma Laresch ha tuttavia ancora un’altra storia da raccontare: ha inizio nell’inverno del 2019 quando, l’architetto Furter, la guardia forestale Andrea Schwarz, il carpentiere Domenig Mani e il falegname Gion Michael si riuniscono per risalire insieme la foresta in località Parsagna presso Andeer per tracciare degli abeti rossi. Siamo in periodo di novilunio, gli alberi sono in riposo vegetativo e le sostanze nutritive si sono ritirate nelle radici: è il momento dell’abbattimento. Appena quattro mesi più tardi, dopo averli lasciati per un certo periodo a riposare nel bosco, Mani trasporta i tronchi nella zona industriale Zups di Andeer e li affida al segantino Fluregn Melchior. Il legno lunare, come ha appurato Mani nell’arco della sua esperienza, è particolarmente resistente e si distingue per la buona lavorabilità, ci rivela: «è più asciutto e resta più statico, conferendo stabilità all’intera costruzione». Se si ha in progetto una struttura realizzata con legno lunare, è certamente necessario calcolare un margine di tempo che, generalmente, è stimato in un anno. Nel caso della Tiny House, le persone coinvolte nella realizzazione della costruzione in legno si sono attivate e messe in cammino su per la foresta ancora prima di ricevere una conferma d’ordine definitiva dal comune di Mathon. Ma Mani e i suoi colleghi erano talmente entusiasti dell’idea del legno lunare «da passare direttamente all’azione», come ci riferisce ridacchiando il carpentiere del gruppo. «A volte bisogna fare così. In questi casi si sviluppa anche un
sentimento di coesione.» Il lavoro alla Tiny House avrebbe pertanto contribuito in larga misura a rafforzare l’interazione tra le diverse imprese coinvolte nella filiera del legno, partendo dall’albero fino ad arrivare all’edificio finito. «In aggiunta, questa esperienza ha dimostrato che anche con il legno nostrano è possibile realizzare in breve tempo un progetto di questo calibro. È questa la linea che dobbiamo seguire.»




Locale, ma poco costoso
Oltre all’azienda Mani Holzbau, all’elettricista, all’idraulico e al copritetto, la costruzione della Tiny House ha impegnato ancora un’altra azienda della regione del Parco naturale, incaricata dei lavori di rifinitura interna: la TM Schreinerei di Gion Michael, con sede a Zillis. «Anche gli interni sono interamente realizzati in legno lunare», spiega Michael. «Quello della Cauma Laresch è un progetto faro, specialmente in termini di coerenza e sostenibilità.» Pare che spesso la gente desideri impiegare il legno lunare locale per realizzare i propri progetti edilizi. Il fatto è che quando si rendono conto che ciò comporta tempi di attesa naturalmente più lunghi, nella maggior parte dei casi la buona volontà sembrerebbe svanire nel nulla. «E in molti casi, com’è ovvio, la decisione finisce comunque per essere dettata dal portafoglio.» Il legno lunare locale ha il suo costo, certo, ma Mani e Michael stimano che la differenza di prezzo tra i materiali si aggiri appena intorno al 10 percento. «In questo modo, però, il valore aggiunto a beneficio della valle aumenta. Basti pensare, ad esempio, al comune che può così vendere il suo legno a un prezzo più elevato.» La Tiny House di Mathon ha già fatto da apripista ad altri progetti edili che prevedono l’impiego di legno lunare, anche presso la stessa TM Schreinerei. La ditta di Michael ha infatti intenzione di utilizzare questo tipo di legno per costruire un nuovo capannone a Zillis. «Andremo fino in fondo, per convinzione», afferma il capo. Allo stesso tempo, così facendo è possibile aggirare la carenza di materie prime che affligge oggigiorno il settore edilizio. E contemporaneamente si ridimensionano anche gli oneri finanziari.
Tanto lavoro artigianale nella «pelle»
Ritornando a Mathon: la Tiny House non possiede solo degli interni fuori dal comune, ma anche il suo aspetto esterno si distingue per la sua straordinarietà nel contesto dello Schams. Le case con i tetti in scandole non sono comuni lì, ma l’architetto Furter e il proprietario Hug hanno optato per questo tipo di incamiciatura. «È una tecnica che mi affascina e, a livello estetico, trovo che le facciate in scandole siano davvero belle», spiega Hug. Nella «pelle» della Tiny House si nasconde tanto lavoro artigianale: le quasi 15 000 scandole sono state fissate con i chiodi una ad una seguendo un ordine ben preciso. «Ci sono sicuramente volute quattro settimane, lavorando a volte in quattro o cinque, a volte da solo. All’inizio ho temuto di non vederne la fine», si ricorda Hug, che ha collaborato in prima persona alla realizzazione. Oltre a partecipare al rivestimento delle facciate, Hug ha anche costruito la parete d’argilla in cui sono integrati i pannelli riscaldanti per la Tiny House. «E avrei fatto volentieri di più, ma è stato proprio difficile perché nella Berglodge c’era tanto da fare.»
Proposta di un contrappunto
La Tiny House è costata complessivamente circa 250 000 franchi; amici e ospiti hanno cofinanziato il progetto tramite un’iniziativa di crowdfunding e anche l’Aiuto alla montagna ha fornito il proprio supporto. «Senza questo supporto, non ci saremmo convinti a farlo», afferma Hug. Un quarto di milione: «Con una cifra simile avrei anche potuto ordinare tre casette finite dalla Germania. Ma non abbiamo voluto, sarebbe stata una cosa totalmente diversa.» Ovviamente, un prodotto sostenibile e di provenienza regionale è quasi sempre meno conveniente in termini di prezzo. «Ci vogliono persone che siano disposte a pagare un po’ di più. Forse il problema consiste proprio nel fatto che per ora non ci sono molti committenti interessati a questo tipo di costruzioni. È la ragione per la quale la domanda scarseggia e, di conseguenza, le ditte non si specializzano in questo ambito.» La Tiny House di Mathon fa da contrappunto – «e ora è bello vedere che anche altri sono stati contagiati da queste idee», afferma Hug con una certa soddisfazione. «Anche se a volte per la gente del posto è stato difficile capire perché stessimo spendendo così tanti soldi per due soli posti letto.» Hug e Peyer si sentono ormai rassicurati: l’idea funziona, la Tiny House, il raro gioiello del Parco naturale del Beverin, attira gli ospiti e i proprietari sono entusiasti anche del grande impegno che gli artigiani hanno investito nel progetto. «Chi alloggia lì si sente davvero a proprio agio», racconta Peyer. «Questo dipende appunto anche dai materiali scelti. E dal modo in cui è stata costruita la nostra Tiny House.»
cauma.ch, laresch.ch
Tiny House «Cauma Laresch»
Progetto: piccola costruzione adibita ad alloggio vacanza, Mathon (GR)
Committente: Marianne Peyer e Lukas Hug, Pensiun Laresch, Mathon
Anno di costruzione: 2021
Architetto: Thomas Furter, Zignau (GR)
Struttura in legno: Mani Holzbau GmbH, Andeer (GR)
Lavori di falegnameria: TM Schreinerei AG, Zillis (GR)
Segheria: Sägerei Zups GmbH, Andeer
Costi di costruzione: CHF 250 000
Varietà di legno: legno lunare di abete rosso della regione
Cultura edile nel Parco naturale del Beverin
La Tiny House di Mathon rappresenta una delle molteplici peculiarità architettoniche inserite nel Parco naturale del Beverin. Nell’ambito del programma annuale del parco naturale denominato «Baukultur» (cultura edile) vengono offerti escursioni, mostre e workshop che forniscono una panoramica di tale diversità culturale. Accanto agli edifici di valore storico-culturale e a quelli moderni, vengono così messi in evidenza l’artigianato artistico locale e lo sviluppo del territorio. naturpark-beverin.ch/jahresthema