Tre carpentiere si rimboccano le maniche
21/11/2019
La fresca brezza mattutina scompiglia i capelli e il sole scintilla sul lago di Thun. Sandra Kunz vede il lago dall’alto, mentre si arrampica su un tetto con un attrezzo sotto il braccio. L’ampliamento al disopra dell’edificio commerciale è quasi terminato.
La carpentiera ha ottenuto il titolo professionale da circa sei anni. Da allora il suo lavoro quotidiano è cambiato. Nell’azienda presso la quale ha effettuato il tirocinio, una piccola impresa di costruzioni in legno di Gstaad, l’attività principale consisteva nella costruzione di chalet. Un bel cambiamento rispetto alla realizzazione di elementi, su cui si incentra l’operato della Beer Holzbau SA di Ostermundigen, suo attuale datore di lavoro. «Questo contrasto mi piace. Era ora di cambiare», dichiara la 29enne Sandra Kunz. Ancora prima, anche il passaggio dal primo apprendistato nella professione di disegnatrice edile al mestiere di carpentiera è stato un passo enorme. Nella sua attività le capitava spesso di essere in contatto con la carpenteria dell’azienda e di essere presente nei cantieri, e così si è presto resa conto che questo lavoro artigianale avrebbe proprio fatto per lei. Così ha effettuato la formazione come carpentiera presso la stessa azienda formatrice. «Oggi mi è molto utile il fatto di capire bene anche il punto di vista della progettazione», dichiara. Ha persino disegnato lei i primi tre cantieri sui quali è stata presente come carpentiera all’inizio dell’apprendistato. «Così mi sono anche resa conto degli aspetti che non avevo veramente considerato all’epoca come disegnatrice edile», aggiunge Sandra Kunz con un sorriso.
Se le si chiede se un giorno potrebbe considerare di tornare al lavoro di ufficio, risponde: «Prima o poi, sicuramente!». Ma questo «prima o poi» è ancora lontano. Sandra Kunz ha terminato la specializzazione come caposquadra solo a settembre. Le piacciono i suoi nuovi compiti. «Lascio che il mio futuro professionale sia una sorpresa. Non ho fretta!» spiega rilassata Sandra Kunz. La sua motivazione ad andare sempre avanti non si limita alla quotidianità lavorativa. A 24 anni ha terminato la scuola reclute e a gennaio 2021 dirigerà un’intera compagnia in veste di capitano.
Il suo lavoro di carpentiera, la sua carriera militare e persino il suo hobby, le auto, sono più consueti nei maschi. Già prima della formazione, nessuno si è stupito del fatto che avesse voluto seguire un secondo percorso di studi di tipo artigianale. Al contrario, a volte sono gli altri artigiani presenti in cantiere a meravigliarsi: «È divertente quando qualcuno di un’altra azienda cerca il capo cantiere e si ritrova a che fare con me, magari con lo smalto rosa sulle unghie. A volte mi lanciano delle occhiate strane e devo fare la voce un po’ più grossa», racconta la carpentiera. Ma per fortuna, la cosa non le riesce difficile. Ha un’indole molto aperta, ed è abituata anche a un tono un po’ più brusco nelle relazioni con gli altri.
Tuttavia Sandra Kunz era un po’ nervosa quando è passata dalla piccola carpenteria di Gstaad alla grande Beer Holzbau SA. «Prima di tutto mi chiedevo se sarei stata accettata allo stesso modo anche nel nuovo posto, come nella vecchia azienda in cui lavoravo da anni», spiega Sandra. Ma per fortuna le preoccupazioni si sono poi rivelate infondate. Si sente molto apprezzata. È stato soprattutto il pensiero del futuro a spingerla a cambiare. Sapeva che, se come carpentiera aveva intenzione di coprire una vasta gamma di attività, doveva abbandonare il settore della costruzione di chalet per fare esperienza anche nella realizzazione di elementi. Le sfide restano le stesse: la collaborazione con molte singole persone con le quali si ha a che fare sul lavoro. «Si devono trovare le soluzioni adatte con ciascuno. Non è sempre facile, ma è stimolante.»
A colloquio con Sandra Kunz
Sandra, a tuo avviso sono sempre di più le donne che si interessano alle professioni artigianali?
Effettivamente, in alcuni settori ci sono più donne. Ora ci sono davvero molte pittrici e falegnami donne. Conosco anche delle muratrici. Nel lavoro di tutti i giorni, mi capita relativamente spesso di avere a che fare con pittrici e falegnami donne. Ma non mi è ancora capitato di incontrare carpentiere in cantiere, a eccezione della nostra apprendista. Però mi piacerebbe confrontarmi con una carpentiera che ha già terminato gli studi, come me.
Nel tuo corso di formazione, quante carpentiere c’erano?
Eravamo in tre. Una l’avevo già conosciuta mentre studiavo come disegnatrice edile. Ma entrambe non lavorano più.
Qual è il problema?
È un lavoro difficile, totalmente fisico. E sicuramente non garantisce la stessa flessibilità di una professione da ufficio.
Cosa vorresti dire alle giovani donne che scelgono la professione di carpentiera?
Non vi è assolutamente alcun ostacolo. Mi piacerebbe che più donne facessero questa scelta. Forse è meglio andare in un’azienda più grande, in cui si trova più sostegno. Non devono aver paura, e sicuramente dovranno anche sgomitare, mettere tutto in discussione e non farsi piacere qualsiasi cosa.
Farai anche un apprendistato itinerante?
Ci ho pensato. Oggi devo dire che non sono proprio una «vagabonda». Anche se è molto interessante. Penso che l’apprendistato itinerante per una donna sia sicuramente più difficile. Probabilmente bisogna farsi valere un po’ di più.
Finora qual è stato il progetto più interessante della tua carriera?
I progetti sono tutti interessanti, perché sono tutti diversi tra loro. È per questo che amo il mio lavoro.
In che modo stabilisci dei contatti con le altre donne in ambito professionale?
In realtà non lo faccio proprio. Quest’anno però volevo andare con una collega della Beer Holzbau SA al Forum internazionale di settore per le donne a Merano (n.d.r.: quest’anno l’evento è stato disdetto all’ultimo momento). Ma probabilmente anche lì sarei stata una delle poche a venire direttamente da una professione artigianale. In ogni caso sarebbe stato interessante sentire anche i punti di vista di donne in posizione di leadership e quadro.
Beer Holzbau SA
Imprenditori Heinz ed Elisabeth Beer: «La prefabbricazione ha completamente rivoluzionato i processi di produzione e il montaggio. Gli elementi costruttivi sono così pesanti che per spostarli sono indispensabili gru e dispositivi di sollevamento. Grazie agli ausili tecnici oggi non è più necessario avere un fisico palestrato.»
beer-holzbau.ch
Il diploma in tasca
Alcuni tetti più in là, immersa del verde nei pressi della città di Berna, un’altra giovane carpentiera sta arrampicandosi su un ponteggio. Quest’estate Jolanda Kiener di Münsingen ha terminato gli studi con ottimi voti: 5,4. Guardando al passato, si stupisce dei passi avanti compiuti negli ultimi quattro anni. «All’epoca, il primo giorno, per di più ero una ragazzina alta solo 1 metro e 45, tutti quegli omoni mi mettevano un po’ in soggezione. Adesso riesco a fare fisicamente praticamente tutto ciò che fanno i miei colleghi, altrettanto bene», riflette.
Ricorda ancora quando aveva cercato un posto per l’apprendistato. All’inizio per lei era importante rimanere nell’Oberland bernese, e non allontanarsi da casa. Tuttavia col tempo si è resa conto che avvicinandosi alla città avrebbe avuto meno difficoltà a trovare un posto di apprendistato come carpentiera, essendo una donna. «Ho sperato che qui la gente avrebbe avuto una maggiore apertura nei confronti delle donne nelle professioni artigianali rispetto ai territori altamente rurali.» Alla fine, questa aspettativa ha trovato conferma presso la Holzbau Partner AG di Stettlen.
È vero, a volte deve fare sentire un po’ di più la sua voce, ma nel suo team ha dei colleghi fantastici. «Tra di noi non manca il senso dell’umorismo, e comunque lavoriamo molto bene. Per me è molto importante che tutto funzioni bene dal punto di vista umano», dichiara la carpentiera. E dal momento che le cose funzionano così bene, si fermerà un po’ più a lungo presso la Holzbau Partner AG. Prima di tutto si tratta del passaggio al lavoro al 100%. «Ho rispetto per il tran tran quotidiano. Con la scuola professionale e la scuola che prepara alla maturità professionale, finora ho conosciuto una grande varietà. Spero che il lavoro continuerà a essere altrettanto vario», dichiara. In particolare, Jolanda Kiener non vede l’ora di affrontare le prossime mansioni: «Senza gli obblighi scolastici, ora posso finalmente assumermi la responsabilità dei cantieri.» Tuttavia non abbandonerà la scuola per sempre. Potrebbe prendere in considerazione lo studio universitario, come tecnico o ingegnere.
Ma per il momento si gode semplicemente il lavoro da carpentiera. «Probabilmente quello che costruisco qui con le mie mani ci sarà ancora tra cinquant’anni o più. Sono pochi i lavori che danno risultati così duraturi. Per me è molto importante», spiega Jolanda. È praticamente nata con la passione per la carpenteria. Il padre era un carpentiere diplomato e a casa nella fattoria, ad esempio, ha costruito un nuovo fienile e ristrutturato le stalle. Anche se era appena una bambina, già allora lei era sempre presente. «Mi ha sempre colpito la capacità di questi uomini di creare grandi costruzioni in pochissimo tempo», ricorda. Per due volte ha potuto anche accompagnare il padre in Georgia, per dedicarsi a progetti di costruzioni in legno nell’ambito di un aiuto allo sviluppo. «Queste esperienze mi sono rimaste così tanto nel cuore che non potevo immaginare un percorso diverso dall’apprendistato come carpentiera», dichiara Jolanda.
Per Jolanda Kiener il percorso verso la carpenteria era qualcosa di assolutamente scontato. Tuttavia anche a lei capita spesso di confrontarsi con sguardi irritati nei cantieri. Ecco perché la giovane carpentiera dichiara: «A dire il vero mi piacerebbe che il fatto che questa professione sia esercitata da un uomo o una donna non facesse differenza.»
Jolanda Kiener è sorpresa dalla forma fisica raggiunta dopo quattro anni di apprendistato. Oggi
sono ben poche le cose che non riesce a sollevare come i suoi colleghi di lavoro.
A colloquio con Jolanda Kiener
Jolanda, a tuo avviso sono sempre di più le donne che si interessano alle professioni artigianali?
Credo che lentamente la mentalità stia cambiando.
Nel tuo corso di formazione, quante carpentiere c’erano?
Da noi c’erano tre donne su 108 apprendisti. In alcune delle altre classi non ce n’erano affatto.
Cosa vorresti dire alle giovani donne che scelgono la professione di carpentiera?
Ogni ragazza che desideri intraprendere questi studi deve assolutamente farlo. Naturalmente è ancora una rarità, ma se ti piace, fallo! Sicuramente è un vantaggio avere una certa prestanza fisica, affinché il lavoro non diventi troppo frustrante. Inoltre è utile non essere troppo smorfiose e non farsi troppi problemi a fare un tentativo, anche se magari poi non avrà successo. Tutti danno volentieri una mano.
Farai anche un apprendistato itinerante?
Non mi attira l’apprendistato itinerante in senso classico, come viene fatto in Germania. Non retribuito e con regole molto rigorose. Ma l’idea in sé la trovo grandiosa. Sicuramente è un’opportunità per farsi strada nel lavoro e soprattutto è un’esperienza di vita.
Quali sono i lavori degli ultimi anni che ti sono rimasti particolarmente impressi?
Quando ho iniziato l’apprendistato, ho sostituito tantissimi lucernari. Per fare questo lavoro non occorre per forza essere in due. Ma dovevo sempre andare con un collega, per aiutarlo nel trasporto e dargli una mano. Oggi il mio lavoro è decisamente più vario. Però mi piace sempre lavorare ai lucernari.
In che modo stabilisci dei contatti con le altre donne in ambito professionale?
Purtroppo finora non ho praticamente alcun contatto con altre carpentiere.
Holzbau Partner AG
Imprenditore Theo Schmid: «Purtroppo riceviamo troppe poche candidature dalle donne. La proporzione è solo di circa 1:50. Per fortuna negli ultimi anni la quota è aumentata. Finora le nostre esperienze sono state esclusivamente positive.»
holzbau-partner.ch
In piena formazione
La diciannovenne Simona Basig di Arezen (Grigioni) è ancora all’inizio della propria carriera. Al momento sta lavorando con i colleghi a una nuova casa unifamiliare a Flims. Durante l’intervista con le carpentiere, tutti i progetti di costruzione sembrano avere qualcosa in comune: il meteo è fantastico e il panorama mozzafiato. Con questo sfondo si rischia quasi di dimenticare quanto il lavoro sia duro. Tuttavia anche la futura carpentiera della Bianchi Holzbau und Treppenbau AG dichiara che la possibilità di lavorare all’aria aperta è uno degli aspetti della propria professione che ama maggiormente. Una cosa è chiara: al momento la sua vita quotidiana è molto diversa da quella dei suoi vecchi compagni di classe del liceo. Mentre la maggior parte di loro ha scelto l’università, per il momento Simona era stufa di sedere ai banchi di scuola. Ora è già al secondo anno di apprendistato e non rimpiange in alcun modo la propria decisione. Magari più avanti potrà tornare agli studi universitari. Non le dispiacerebbe diventare ingegnere per l'edilizia in legno.
Anche in futuro non vuole allontanarsi però dal settore. L’aspetta un lungo percorso, ma lei lo affronta volentieri. Trovare un posto di apprendistato è stato tutt’altro che semplice. Non dipendeva però dalla concorrenza maschile, ma dal fatto che dopo la maturità ad agosto ha iniziato a inviare le candidature molto tardi. Però non si è arresa, perché era assolutamente convinta di voler diventare carpentiera. A spingerla ben presto verso questa scelta sono stati la possibilità di lavorare all’aria aperta e l’aspetto creativo. «E poi la sera è bello poter vedere i risultati del proprio lavoro della giornata», aggiunge Simona.
Amici e conoscenti sono stati assolutamente contenti della sua scelta. «Ovviamente alcuni si sono stupiti, ma in linea di massima erano comunque entusiasti», dichiara l’apprendista. Naturalmente anche Simona Basig trova appassionante il proprio lavoro. Tuttavia un aspetto la sorprende. «Trovo molto interessante la forma che ho acquistato lavorando fisicamente giorno per giorno in appena un anno di apprendistato. È un bell’effetto collaterale», dichiara sorridente.
Nota a malapena delle differenze di trattamento rispetto ai propri colleghi maschili. Però spesso qualcuno vuole darle una mano. Ma non lo vede come qualcosa di negativo. «Probabilmente dipende anche dal fatto che sto ancora effettuando la formazione e non vengo ancora trattata esattamente al pari di chi lavora a pieno ritmo», riflette. Pensa che per una donna potrebbe essere un po’ più difficile affermarsi come superiore. Tuttavia non vede l’ora di fare esperienza come carpentiera anche una volta terminati gli studi e la formazione. Sceglierebbe ancora una piccola azienda. «Nei team più piccoli ci si conosce meglio, un aspetto che apprezzo molto anche qui», dichiara Simona Basig.
Sul tetto si sente a proprio agio. Terminato il liceo, la futura carpentiera Simona Basig
ha deciso di lasciare i banchi di scuola.
A colloquio con Simona Basig
Simona, a tuo avviso sono sempre di più le donne che si interessano alle professioni artigianali?
Sì, credo che ci sia un cambiamento in corso. Nel settore delle costruzioni in legno si nota un po’ meno, ma ad esempio ci sono molte più donne pittrici.
Secondo te da cosa potrebbe dipendere?
Ritengo che oggi sia un po’ più facile perché l’idea viene accettata meglio. C’è una maggiore apertura in questo senso. Probabilmente in passato bisognava essere più determinate.
Nel tuo corso di formazione, quante carpentiere ci sono?
Nella mia classe parallela c’è un’altra ragazza.
Cosa vorresti dire alle giovani donne che scelgono la professione di carpentiera?
Di non scoraggiarsi per il fatto di essere donne. Se capita che qualcosa non vada per il verso giusto, si può chiedere e la gente ti aiuta. Non bisogna avere paura, ma semplicemente affrontare le cose in maniera aperta.
Farai anche un apprendistato itinerante?
Non so. Per farlo bene occorre stare via per molto tempo. Per cui non credo.
Finora qual è stato il progetto più interessante della tua carriera?
In realtà la costruzione è sempre interessante. La sensazione di assemblare gli elementi prodotti in azienda trasformandoli in una grande entità completa è veramente bella.
Bianchi Holzbau und Treppenbau AG
Imprenditori Erwin e Martha Walker: «Simona è la prima carpentiera nei 23 anni di storia della Bianchi Holz- und Treppenbau AG. Nelle giornate di prova ha convinto il nostro team con il suo lavoro e si è integrata alla perfezione.»
bianchi-treppen.ch