A caccia nel magazzino per il legname
I piccioni amano le nicchie tra le travi grezze in alto nel capannone. Si sentono al sicuro, fanno i loro nidi e vi depongono le uova. Oltre a tutte le altre sostanze sgradevoli. Il carpentiere Thomas Meister ha trovato un modo naturale per disturbare i piccioni nel suo magazzino.
Una volta che i piccioni hanno scelto un posto in cui stabilirsi, difficilmente lo abbandonano. Uno di questi è il capannone di Thomas Meister a Bibern (SH): è spazioso, ventilato e senza reti antiuccelli. Le nicchie tra le travi di legno sotto il tetto, che offrono protezione dalle intemperie e dai rapaci, fino a poco tempo fa erano perfette.
Escrementi di piccione corrosivi
Nella sua azienda Natürlich Meister Holzart GmbH, il carpentiere lavora il faggio svizzero per trasformarlo in legno da utilizzare nel settore delle costruzioni, affidandosi alla tecnica del carotaggio e dell’essiccazione verticale. Il capannone ospita tavole di legno di varie forme e in diversi formati, ma anche apparecchiature e veicoli. L’ampio spazio coperto di 50 metri di lunghezza, 24 metri di larghezza e 12 metri di altezza è utile anche come posteggio temporaneo per i veicoli, per il quale l’imprenditore percepisce un canone di affitto. «L’alto potere corrosivo degli escrementi di piccione su tavole di legno e veicoli è un vero problema. Data la consistenza umida, penetrano nel materiale danneggiandolo. Quando anche un locatario si è lamentato, mi sono attivato e ho cercato un modo per sbarazzarmi dei piccioni», racconta Meister.
Le misure deterrenti per i piccioni sono piuttosto semplici: sparare con un fucile a pallini di piccolo calibro o ricorrere ad armi naturali, ovvero i rapaci. È così che Thomas Meister ha cercato e trovato il falconiere Christoph Küpfer, esperto del settore. Küpfer è cacciatore, falconiere e disinfettore specializzato. Al momento sta addestrando dieci rapaci, pardon, oggi si chiamano predatori. Frecki è ideale per la caccia nel capannone. La poiana di Harris uccide con la sua
presa e si muove abilmente in spazi ristretti. Inoltre, questa specie di uccelli è in grado di volare e cacciare più o meno tutto l’anno, anche durante la muta, come viene chiamato il cambio di piumaggio. La sua vita ruota attorno alla caccia e al cibo.
Soluzione deterrente su misura
Il rapace si posa ubbidiente sul guanto di pelle del falconiere finché questo non allunga il braccio e l’uccello inizia a volare. «L’obiettivo è segnalare la presenza», dice Christoph Küpfer. È già stato più volte nel capannone. All’inizio, si è fatto un’idea della situazione e ha proposto al suo cliente una soluzione deterrente per i piccioni che facesse arrivare loro il messaggio: attenzione, il pericolo è in agguato. Una soluzione si articola in varie fasi: rilevare la situazione, scacciare gli uccelli con un fucile a pallini o di piccolo calibro, cacciare e segnalare la presenza con il rapace ed eventualmente procedere alla disinfezione. Loro hanno scelto un intervento combinato di fucile e rapace. L’onorario del falconiere va dai 2000 ai 3000 franchi, a seconda dell’impegno richiesto.
Per prima cosa, Küpfer ha spaventato con alcuni colpi di fucile i piccioni che stavano nidificando. L’intervento ha già dato buoni risultati: oggi è la terza volta e non si vedono piccioni in giro. Ma forse Frecki è in grado di vedere qualcosa di più? Dopo essersi fatto un’idea della situazione, l’animale atterra sulla trave superiore e inclina la testa verso il frontone in direzione del nido. Poi fa il giro del capannone e si poggia di fronte sulla catasta di legna. Emette qualche richiamo. I suoi occhi attenti hanno già scrutato ogni angolo alla ricerca di prede. C’è silenzio, evidentemente la sua imponente traversata del capannone ha terrorizzato topi e uccelli. È trascorsa circa mezz’ora. Il falconiere Küpfer tira fuori un’esca. Ora riecheggiano suoni tra il tubare e il gorgogliare. La poiana di Harris cambia posizione, saltellando sulla catasta. E quando l’esca si libra nell’aria, scatta e la afferra.
Küpfer le dà da mangiare quel tanto che basta perché abbia energia, ma senza farle passare l’appetito e la voglia di cacciare. Se l’uccello mangiasse a sufficienza, si mostrerebbe restio e non avrebbe più voglia di alzarsi in volo. La quantità di cibo varia in base alla temperatura esterna e alle attività degli ultimi due giorni. Dopo l’intervento nel capannone, la ricompensa sono due o tre pulcini di un giorno, con un peso che si aggira tra i 50 e i 150 grammi. Prima della missione nel capannone di Meister, l’uccello della famiglia degli accipitridi pesava 620 grammi. I maschi sono più piccoli di un terzo rispetto alle femmine, da qui il nome tercel. A un rapace non interessa da dove arrivi il cibo. L’addestramento funziona così: caccia di successo uguale cibo. Se fosse riuscito a catturare i piccioni, li avrebbe mangiati? «Sì, certo», conferma il falconiere. Ma gli avrebbe tolto la preda e gli avrebbe dato altra carne. I piccioni morti vengono conservati per almeno 20 giorni nel congelatore, per debellare eventuali parassiti per il quale vi è il rischio che vengano trasmessi soprattutto ad altri uccelli. Gli agenti patogeni che i piccioni espellono con gli escrementi possono rappresentare un pericolo anche per l’essere umano. Soprattutto, però, lo sporco causato dagli escrementi è disgustoso, antiestetico e costoso da rimuovere.
Licenza di caccia ed esame di falconeria
Christoph Küpfer va a caccia con i rapaci da circa 20 anni. Per farlo, in Svizzera è necessario essere in possesso di una licenza di caccia e aver superato l’esame di falconeria. Da quest’anno offre servizi mirati per disturbare piccioni e corvi. «In Svizzera questa tecnica non è così comune», spiega l’esperto cacciatore. È una soluzione diffusa negli aeroporti e in agricoltura. Küpfer aiuta gli agricoltori a scacciare corvi e piccioni nelle stalle aperte o dopo la semina. Le scene critiche si svolgono in aria, come ci racconta il falconiere. I corvi difendono il territorio e attaccano addirittura le poiane. «La situazione si fa più interessante per Frecki, che è già riuscito ad afferrare diversi corvi in volo; nell’ultimo anno sono stati 75».
L’intervento nel capannone si conclude in modo pacifico. Frecki pesa qualche grammo in meno e i piccioni hanno recepito il messaggio: il capannone è pericoloso, andiamocene. La poiana di Harris detterà ancora una volta legge all’interno del capannone e Thomas Meister rimuoverà i nidi. «Se rimangono sul posto, il prossimo anno torneranno sicuramente altri piccioni.» holzim.ch
Nuova legge sulla caccia nel cantone Zurigo:
vietato dar da mangiare a uccelli e animali selvatici
Gli animali selvatici non hanno bisogno di ricorrere all’essere umano per nutrirsi, nemmeno negli inverni rigidi. Seppur animati da buone intenzioni, si corre il rischio di trasmettere malattie e di provocare cambiamenti innaturali nel comportamento sociale degli animali. Di conseguenza, non è più consentito dar da mangiare ad animali selvatici come rapaci, volpi o piccioni. L’alimentazione degli uccelli canori con piccole quantità di cibo, ad esempio attraverso le famose mangiatoie in inverno, non è interessata dal provvedimento. Se si dà da mangiare ai piccioni, ad esempio, questi diventano pigri, mangiano troppo e cose sbagliate e si riproducono con maggiore frequenza. Senza contare il caos che creano nei posti in cui vanno a nutrirsi.
Disturbare con i rapaci
Varie specie di corvi, piccioni, gabbiani, oche e cormorani provocano danni a volte notevoli a edifici, campi e colture. I loro escrementi rappresentano un pericolo per la salute e i loro schiamazzi ostacolano il benessere della popolazione. Il ricorso a falchi e rapaci come deterrente è solo una delle tante misure che è possibile attuare. In Svizzera ci sono circa 30 falconieri. La falconeria era una pratica ampiamente diffusa nel Medioevo quando, con i rapaci, i nobili andavano a caccia di lepri, fagiani, anatre, pernici e piccioni e, con le aquile reali, addirittura di caprioli o lupi. Christoph Küpfer dà la caccia solo ai corvi. Poiché la maggior parte dei suoi rapaci perde il piumaggio tra la primavera e l’autunno, concentra la sua attività nei tre mesi invernali.
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